Un raduno-virtuale a cui seguirà una rassegna primaverile (Edizione N°Uno 2019) che radunerà tutti gli appassionati del genere SteamPunk in costume, nella suggestiva cornice dei Campi Flegrei. l’Edizione Zero è una commemorazione virtuale nel web, sia del Bicentenario dalla pubblicazione del romanzo fantascientifico “Frankenstein: or, The Modern Prometheus” che dalla venuta nei Campi Flegrei , l'8 Dicembre 1818, della scrittrice inglese Mary Wollstonecraft Shelley. Per l’occasione verrà trasmesso un cortometraggio inedito dedicato all’autrice, l'8 Dicembre 2018 alle ore 18:18.
“Il fascino dell’Ottocento dato dai meccanismi ed ingranaggio che vengono esaltati e non ridotti all’essenziale, i motori a vapore (la parola “Steampunk” stessa, allude alla macchina a vapore) e l’energia elettrica, caratterizzano un periodo della storia dell’uomo, come la rivoluzione industriale, che fonde la nostra storia con un’ambientazione narrativa del tutto anacronistica, come un mondo parallelo. Negli anni ’80 è nato questo termine quasi per scherzo, dando vita ad uno dei suoi famosi slogan: “come sarebbe stato il passato se il futuro fosse accaduto prima“.
6 semplici regole da seguire per essere Steampunk!
L'ultimo uomo (The last man) è un romanzo apocalittico di Mary WOLLSTONECRAFT Shelley, pubblicato nel 1826. Oggi è considerato uno dei più importanti romanzi dell'autrice dopo Frankenstein, e una delle opere antesignane della moderna fantascienza. Narra della fine dell'umanità a causa della peste. Il romanzo è interessante anche per i ritratti semi-autobiografici dei poeti romantici presenti nel circolo di Shelley, in particolare Percy Bysshe Shelley e Lord Byron.
Incipit del libro:
”Visitai Napoli nel 1818. L’8 dicembre io e il mio compagno attraversammo il Golfo per andare a vedere le antichità disseminate sul litorale di Baia. Le acque calme del mare, traslucide e brillanti, ricoprivano i frammenti di antiche ville romane a cui si erano intrecciate le alghe marine, e che assumevano sfumatura adamantine in virtù del gioco variegato dei raggi del sole; l'elemento blu e semitrasparente era come quello che potrebbe aver sfiorato Galatea sul suo cocchio di madreperla, o quello che, più adeguatamente del Nilo, Cleopatra potrebbe aver scelto come via per la sua magica nave. Sebbene fosse inverno il clima aveva un che di primaverile e il suo tepore concorreva a suscitare quella sensazione di serena delizia che la sorte riserva a tutti i viaggiatori che, a malincuore, stiano per lasciare Baia con le sue placide insenature e i suoi splendidi promontori...”
TRAMA:
Nella cornice letteraria, il, o la, protagonista (è sconosciuta la sua identità sessuale) afferma di avere scoperto nell'anno 1818, nella grotta della Sibilla vicino a Napoli, una raccolta di scritti profetici scritti su delle foglie da parte della Sibilla Cumana. Dice di aver riordinato e raccolto questi scritti e di averli trasformati nel romanzo immaginato come la narrazione in prima persona di un uomo che vive alla fine del XXI secolo.
Il padre di Lionel Verney, il protagonista narrante, era un amico del re d'Inghilterra, prima di essere allontanato a causa della sua passione per il gioco. Il padre di Lionel, umiliato, decide di togliersi la vita, ma prima lascia una lettera per il re in cui lo implora di prendersi cura della sua famiglia dopo la sua morte. Ma dopo la morte del padre di Lionel la lettera non viene consegnata, così Lionel e sua sorella Perdita crescono senza nessun sostegno fino a diventare asociali. Lionel matura anche un sordo odio verso la famiglia reale. Quando nel 2073 il re abdica, si crea una repubblica e la contessa di Windsor, membro della famiglia reale, tenta di far salire al trono suo figlio, Adrian; ma Adrian, deludendo la madre, si oppone e si rifiuta di salire al trono. Adrian allora si trasferisce a Cumberland, dove Lionel, che serba ancora rancore contro Adrian e la sua famiglia per l'abbandono della famiglia Verney, decide di opporsi a Adrian. Ma Lionel viene ricondotto alla ragione dalla natura buona di Adrian e dalla sua spiegazione che solo recentemente aveva scoperto la lettera. Lionel e Adrian diventano amici stretti, e Lionel diventa posato e filosofo, sotto l'influenza di Adrian.
Lionel ritorna in Inghilterra per affrontare le turbolenze personali tra i suoi conoscenti. Il signor Raymond, che è diventato famoso per le sue imprese nella guerra tra Grecia e Turchia, è tornato in Inghilterra in cerca di una posizione politica, e presto le due damigelle di corte Perdita, sorella di Lionel, ed Evadne, principessa greca, s'innamorano di lui. Scoprendo che la sua amata, Evadne, s'è innamorata di Raymond, Adrian va in esilio, probabilmente impazzito. Raymond intende sposare Idris, sorella di Adrian (di cui invece è Lionel a essere innamorato), come primo passo per diventare re, con l'aiuto della contessa. Tuttavia, Raymond sceglie in ultima analisi il suo amore per Perdita, preferendola alla sua ambizione, e i due si sposano. Sotto le cure di Lionel, la salute di Adrian migliora, anche se egli rimane fisicamente debole. Nonostante le pressioni per celebrare un matrimonio per convenienza politica, Idris e Lionel, innamorati, fuggono insieme, sposandosi poco dopo. La contessa di Windsor parte per l'Austria, risentita per il comportamento dei suoi figli e di Lionel.
Adrian e gli altri vivono felicemente insieme, fino a quando Raymond assume il titolo di Lord Protettore. Perdita si adegua presto alla sua posizione sociale ritrovata, mentre Raymond comincia a esser benvoluto, come benevolo amministratore. Scopre però che Evadne, dopo la rovina politica e finanziaria del marito (a causa delle sue trame politiche), vive in povertà a Londra, non volendo chiedere assistenza. Raymond cerca di sostenere Evadne utilizzando le sue abilità artistiche in segreto, e successivamente la cura durante la malattia, ma, avendo Perdita scoperto il loro rapporto, ella sospetta l'infedeltà del marito. A destare i suoi sospetti è la natura orgogliosa e appassionata di Raymond. Raymond si dimette e lascia la sua posizione per tornare a combattere in Grecia, accompagnato per un certo periodo da Adrian. Poco dopo Adrian fa ritorno in Inghilterra ferito, mentre corrono voci che dicono che Raymond è stato ucciso. Perdita, fedele nonostante tutto, convince Lionel a portarla in Grecia per cercarlo.
Raymond, in un primo momento fatto prigioniero, viene liberato dai turchi per paura di ritorsioni. Lionel e Raymond poi tornano a combattere e vanno a Costantinopoli. Lionel scopre Evadne, morente per le ferite ricevute in guerra. Prima di morire, Evadne profetizza la morte di Raymond, una profezia che conferma i sospetti di Raymond. Raymond intende entrare a Costantinopoli, in disaccordo con gli altri ufficiali, che hanno sempre più notizie di casi di peste. Raymond pertanto entra in città solo, ma muore presto in un incendio. Viene sepolto ad Atene.
Nel 2092, mentre Lionel e Adrian tentano di tornare a una vita normale, la peste continua a diffondersi in tutta Europa e nelle Americhe, diffondendo un panico cupo in tutto il mondo. In un primo momento si crede che l'Inghilterra sia al sicuro, ma ben presto la peste giunge anche lì. Ryland, recentemente eletto nuovo Lord Protettore, è impreparato per la peste, e fugge preso dal panico verso settentrione, per poi morire, solo, in mezzo a una scorta di viveri. Adrian prende il comando e cerca con un certo successo di mantenere l'ordine e l'umanità in Inghilterra, anche se la peste infuria, un'estate dopo l'altra.
I pochi superstiti decidono di abbandonare l'Inghilterra, alla ricerca di un clima più favorevole. Lionel e Idris viaggiano attraverso una bufera di neve per aiutare Lucy, ma Idris, debole per anni di angosce e le paure della madre, muore lungo la strada. Lionel e la contessa, che aveva evitato Idris e la sua famiglia per il risentimento ch'essi provavano nei suoi confronti, si riconciliano sulla tomba di Idris. Lionel recupera Lucy (la cui madre è morta), e parte per raggiungere Dover alla volta della Francia.
In Francia, Adrian scopre che gli emigrati che li hanno preceduti si sono divisi in fazioni, tra cui una fanatica setta religiosa, guidata da un falso messia che afferma che i suoi seguaci saranno salvati dalle malattie. Adrian riesce a unire la maggior parte delle fazioni, ma quest'ultimo gruppo dichiara la sua violenta opposizione allo stesso Adrian. Lionel s'introduce di nascosto in Parigi, dove il culto s'è stabilito, per cercar di salvare Juliet. Juliet si rifiuta di andarsene, perché l'impostore ha nelle sue mani il suo bambino, ma Lionel aiuta tutt'e due a fuggire. Più tardi, quando il bambino di Juliet si ammala, Juliet scopre che l'impostore ha nascosto gli effetti della peste ai suoi seguaci. Juliet viene uccisa, dopo di che l'impostore si uccide e i suoi seguaci superstiti, infine liberi, si riuniscono al gruppo principale di esuli, che si trovano a Versailles.
Il viaggio degli esuli prosegue verso la Svizzera, nella speranza di passar l'estate in un clima più freddo, meno favorevole alla peste. Nel momento in cui raggiungono la Svizzera, tuttavia, tutti tranne quattro (Lionel, Adrian, Clara ed Evelyn) muoiono. I quattro trascorrono qualche stagione relativamente felice in Svizzera, a Milano e a Como, prima che Evelyn muoia di tifo. I superstiti tentano di navigare attraverso il Mare Adriatico fino in Grecia, ma una tempesta improvvisa fa morire Clara e Adrian. Lionel, l'ultimo uomo, nuota fino a riva. La storia finisce nel 2100.
Becho: “Il tempo è donare”
Ale: “Erano bei tempi”
Faber: “Tutto a suo tempo”
Hernan: “Basta tenere il tempo”
Bandiera dei Campi Flegrei
MARE, TUFO & FUOCO” di Vincenzo Maione (alias Becho)
La bandiera è costituita principalmente da tre fasce orizzontali di eguali grandezze e campitura, dall'alto la prima fascia color azzurro (il mare), la seconda fascia di color ocra, (il tufo), la terza fascia di color rosso (il fuoco), tutti elementi naturali che caratterizzano fortemente il territorio flegreo.
Al centro delle tre fasce e posizionato il logo (di forma ovale) che richiama l' Uovo di Virgilio*, elemento che ritroviamo al centro in alto contraddistinto dalla forcella (Y) e dalla corona di alloro, tutti elementi che ricordano la figura di Virgilio non solo come quella di grande poeta ma anche come mago e taumaturgo.
La corona di alloro prosegue con delle fronde verdeggianti (sempre di alloro) e proseguono in linea con dei costoloni in tinte di ocra e marrone e si ricollegano alle fumarole e fiamme ardenti in basso con una pergamena centrale su cui c'è scritto Campi Flegrei; il tutto ricrea la silhouette dell'Antro della Sibilla Cumana**.
All'interno dell'antro ritroviamo Enea*** (pius Aeneas) raffigurato come abile Lupo di mare, con aureola e armato di arco e frecce ( simboli di santità , agilità e spirito di osservazione) su un imbarcazione fra le onde del mare alla ricerca di Cuma ( Il nome deriva dal nome greco Κύμη “Kýmē”, che significa "onda") simboleggiata dallo stendardo dalle tre onde di colore: azzurro, ocra e rosso.
Infine sempre nella parte centrale verso il basso, la cartina geografica (in colore ocra) di tutta la Regione Flegrea suddivisa nei vari territori che la costituiscono: Arenella, Bacoli, Bagnoli, Chiaia, Chiaiano, Fuorigrotta, Giugliano, Marano, Monte di Procida, Pianura, Posillipo, Pozzuoli, Quarto Flegreo, San Ferdinando, Soccavo, e Vomero.
*Virgilio di cui Napoli e i Campi Flegrei, oltre che quella di poeta, conosce, venera e tramanda soprattutto l'immagine di mago e taumaturgo.
Quasi nume tutelare, protesse la città con la sua aura magica, tanto da esserne considerato il patrono prima di San Gennaro. Gli sono stati attribuiti anche una serie di atti magici;
Secondo la tradizione partenopea in tutto il territorio che va dai Campi Flegrei a Napoli ci sono i segni del suo intervento prodigioso, come la costruzione dei bagni termali di Baia e Pozzuoli, la prodigiosa perforazione della Crypta Neapolitana, realizzata con l'aiuto di una schiera di demoni e il prosciugamento di paludi insalubri che portavano la peste, incantò anche le acque sorgive della spiaggia platamonia dandogli la potenza per guarire ogni malattia.
Fu Virgilio che pose due teste con funzioni mantiche nel cuore di Forcella (limiti della città antica, verso la zona orientale) sulla Porta Nolana (o, appunto, Furcillensis). La mitizzazione della sua vita gli valse l'appellativo di parthenias, "vergine" e i suoi libri si trasformarono in fonti divinatorie, le cosiddette sortes virgilianae. Le sue opere piuttosto che essere considerate come pagane, vennero tramandate e interpretate cristianamente e così il Virgilio oracolare assunse una veste profetica, in particolare con l'annuncio, nella quarta egloga delle Bucolicae, della nascita di un divino puer in grado di far sorgere in tutto il mondo l'età dell'oro di pace e di serenità. Quaranta anni prima della nascita di Cristo.
Ma come era accaduto che l'illustre poeta fosse entrato in possesso di poteri magici? Ce lo spiega l'anonimo autore della "Cronaca di Partenope" secondo il quale Virgilio, da giovane, entrò in una grotta incantata del monte Barbaro, posta nella zona flegrea, per scoprire le cause della natura magica di quel luogo. Lì trovò il mago Creonte che poggiava la testa su di un libro pieno di sapere soprannaturale: Virgilio se ne impadronì e da allora cominciò la sua fortunata carriera di mago. L'autore narra ancora che al tempo di Virgilio esisteva un Castello edificato sopra uno scoglio del mare e che il poeta vi consacrò un uovo, il primo deposto da una gallina, inserendolo poi in un'anfora che a sua volta fu collocata in una gabbia di ferro sottilissimo finemente lavorata. Dopo di che Virgilio fece appendere la gabbia ad una trave posta fra le pareti di una piccola stanza segreta, fatta costruire appositamente, che poi venne sbarrata ermeticamente in quanto dall'uovo che vi era custodito dipendeva il destino del Castello.
**La Sibilla Cumana (gr. Σίβυλλα, lat. Sibylla), sacerdotessa di Apollo, è una delle più importanti Sibille, figure profetiche delle religioni greca e romana. Il titolo di Sibilla Cumana era detenuto dalla somma sacerdotessa dell'oracolo di Apollo (divinità solare ellenica) e di Ecate (antica dea lunare pre-ellenica), oracolo situato nella città magnogreca di Cuma. Ella svolgeva la sua attività oracolare nei pressi del Lago d'Averno, in una caverna conosciuta come l'"Antro della Sibilla" dove la sacerdotessa, ispirata dalla divinità, trascriveva in esametri i suoi vaticini su foglie di palma le quali, alla fine della predizione, erano mischiate dai venti provenienti dalle cento aperture dell'antro, rendendo i vaticini "sibillini". La sua importanza era nel mondo italico pari a quella del celebre oracolo di Apollo di Delfi in Grecia. Alcuni nomi che ci sono rimasti delle Sibille cumane sono: Amaltea, Demofila ed Appenninica (di cui abbiamo testimonianza in Licofrone e in Eraclito). Nel libro VI dell'Eneide, Virgilio, che la rappresenta "vegliarda" la chiama «Deifobe di Glauco» e «Amphrysia», appellativo originato dal fiume tessalo Amfriso, presso il quale Apollo custodì il gregge di Admeto. Nel poema la Sibilla Cumana ha la doppia funzione di veggente e di guida di Enea nell'oltretomba e la presentazione dell'oracolo è accompagnata dal cupo ritratto dei luoghi in cui vive e che formano un tutt'uno a suggerire un'immagine di paura ma allo stesso tempo di mistero.
In Ovidio, inoltre, nel libro XIV delle Metamorfosi la Sibilla Cumana narra ad Enea del dono ricevuto da Apollo, di tanti anni di vita quanti i granelli di sabbia che era possibile stringere nella propria mano; dimenticando tuttavia di richiedere l'eterna giovinezza, la Sibilla era destinata a un invecchiamento lunghissimo nel tempo.
***Enea è una figura della mitologia greca e romana, figlio del mortale Anchise (cugino del re di Troia Priamo), e di Afrodite/Venere, dea della bellezza. Principe dei Dardani, partecipò alla guerra di Troia dalla parte di Priamo e dei Troiani, durante la quale si distinse molto presto in battaglia. Guerriero valorosissimo, assume tuttavia un ruolo secondario all'interno dell'Iliade di Omero. Enea è il protagonista assoluto dell'Eneide di Virgilio: le vicende successive alla sua fuga da Troia, caratterizzate da lunghe peregrinazioni e da numerose perdite, favorite dall'ira di Giunone. All'inizio dell'opera, dalla Sicilia, dove giunto navigando, Enea punta verso l'Italia, ma naufrago sulla costa dell'Africa, dove accolto da Didone, regina di Cartagine. A lei l'eroe racconta la sua storia e cede all'intenso amore che la regina ha concepito per lui, trascorrendo parecchi mesi a Cartagine. Enea, sollecitato da Mercurio, riprende poi il suo cammino; la regina, sentendosi tradita e abbandonata, si uccidi. Tornato in viaggio, incontra Andromaca. Approda quindi a Cuma, dove la Sibilla, dopo avergli predetto una lunga e dolorosa guerra nel Lazio, gli fa da guida agli Inferi. Enea visita l'Averno e incontra l'ombra del padre: Anchise gli mostra le anime che daranno corpo a eroici discendenti della sua stirpe e gli predice il glorioso futuro di Roma fino al regno di Augusto, principio di una nuova era di pace universale sotto l'egida delle leggi romane.